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Packaging sostenibile nella cosmetica, la percezione del consumatore

La ricerca è realizzata da Osservatorio Innovazione Packaging dell’Università di Bologna, Quantis e Cosmetica Italia - Associazione nazionale imprese cosmetiche.

Lo studio approfondisce la percezione dei cittadini nella trasformazione sostenibile dei processi di confezionamento, con un focus sul settore cosmetico.

È disponibile la ricerca “Consumatori, cosmetica & packaging”, presentata in anteprima a Ecomondo, Rimini, lo scorso 28 ottobre in occasione dell’evento “Citizens matter. Il ruolo delle persone nella trasformazione sostenibile dei processi di imballaggio”: una literature analysis realizzata dall’Osservatorio Innovazione Packaging dell’Università di Bologna per Cosmetica Italia – Associazione nazionale imprese cosmetiche in collaborazione con Quantis e Centro Studi di Cosmetica Italia.

Durante l’evento è stato presentato il nuovo Osservatorio Innovazione Packaging dell'Università di Bologna. L'Osservatorio aspira ad essere un punto di riferimento e connessione per la comunità del Sistema Packaging, aggregando e rielaborando conoscenza, ricercando buone pratiche in una logica predittiva, ibridando competenze di progetto e ricerca tra Università, studenti e aziende, con l’obiettivo di innescare e moltiplicare innovazione. Durante la conferenza di presentazione è stata posta l’attenzione su un anello chiave della catena del valore: i destinatari dei prodotti confezionati. I cittadini, con le loro scelte, possono modificare sensibilmente l'esito di sostenibilità del settore e allo stesso tempo condizionare il comportamento di ogni altro soggetto della filiera, non solo cosmetica.

La meta-analisi attesta infatti che i consumatori chiedono prodotti sempre più sostenibili ed ecocompatibili e l’imballaggio ne è una componente essenziale: diversi studi dimostrano che i consumatori reagiscono positivamente agli imballaggi riciclati e scelgono brand che li aiutino a consumare in modo etico. Inoltre, sempre più̀ brand stanno pensando a come evolversi per rendere i propri imballaggi ambientalmente più̀ sostenibili rispondendo alla richiesta dei consumatori. Il 52% dei consumatori europei, infatti, dichiara di cercare prodotti con imballaggi eco-friendly: l’attenzione dei consumatori va verso caratteristiche “sostenibili” del pack, soprattutto a quelle legate al suo fine vita (39% riutilizzabilità, 37% compostabilità, 36% riciclabilità).

Dalla ricerca emerge quanto i rifiuti siamo un problema significativo per i consumatori, che riconoscono il proprio ruolo nell’evitare impatti ambientali dannosi sull’ambiente e si aspettano che le aziende prendano iniziativa nel fare lo stesso. Analizzando la percezione dei consumatori di 4 paesi europei (Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia), emerge che sia l’Italia il paese con la percentuale di intervistati più preoccupata dell’impatto ambientale delle nostre abitudini nel 2020 (90% contro l’83% dell’UK e l’86 % di Germania e Francia).

Crescono i brand certificati CSR: tra giugno 2019 e giugno 2020 il business dei prodotti dotati della certificazione Ecolabel ha registrato una crescita delle vendite del +8,2% rispetto all’anno mobile precedente, e del +5,5% le vendite dei prodotti con un claim green in etichetta. Importante per i lavoratori il comportamento della propria azienda: più di sette su dieci sono disposti a rimboccarsi le maniche per promuovere l’impatto positivo della loro azienda, in particolare il 71% vuole che la loro azienda offra loro l’opportunità di contribuire ad avere un impatto sugli impegni sociali e ambientali dell’azienda e il 77% riporta l’importanza che il datore di lavoro offra loro la possibilità di svolgere attività pratiche sulla responsabilità ambientale.

Per quanto riguarda il settore cosmetico, il 75% delle donne di età compresa fra i 18 e il 34 anni ha dichiarato che l’acquisto di cosmetici sostenibili è molto importante per loro, mentre più della metà (61%) e, in particolare, più di due Millennials su tre della stessa fascia di età, legge le etichette degli ingredienti dei prodotti di bellezza prima di fare un acquisto. Particolarmente attenti i giovani Gen Z, di cui l’80% crede che le aziende dovrebbero aiutare l’ambiente, il 27% preferisce comprare prodotti che possono essere usati per lungo tempo e il 37% cerca di comprare e conservare solo ciò di cui veramente ha bisogno, prediligendo opzioni di acquisto più sostenibili come prodotti non confezionati o prodotti riutilizzabili. A livello internazionale, il 68% dei consumatori afferma di essere più consapevole dei materiali utilizzati per il packaging cosmetico rispetto a 5 anni fa. Inoltre, l’89% dei consumatori pensa che i brand dovrebbero comunicare se i loro prodotti siano sostenibili ed etici e il 94% ritiene fondamentale l’onestà e trasparenza relativamente agli ingredienti dei prodotti. In particolare, la maggior parte degli intervistati vorrebbe avere più informazioni da parte delle istituzioni su imballaggi e istruzioni di riciclo (71%). In Italia, negli ultimi 6 mesi il 14% degli italiani ha smesso di acquistare prodotti a causa di una confezione che non presentava elementi di sostenibilità e più della metà degli intervistati ha dichiarato che potrebbe farlo nel prossimo futuro.

Simone Pedrazzini, Direttore Quantis Italia dichiara: “Siamo consapevoli dell’importanza che il consumatore riserva ad informazioni sempre più dettagliate sui prodotti che utilizza, sulla loro composizione e smaltimento, soprattutto in ambito cosmetico. Il nostro approccio sistemico alla sostenibilità parte proprio dagli impegni presi nei confronti dei consumatori, degli stakeholder e del pianeta, per cui le aziende si orientano sempre più nella direzione di apportare cambiamenti concreti e monitorare i loro progressi lungo il percorso della sostenibilità ambientale. Misurare, gestire, condividere: l’accessibilità di metriche scientifiche a tutta la filiera del packaging consente sia alle aziende che ai consumatori di prendere decisioni informate e solide rispetto alla sostenibilità ambientale di un materiale o di un processo. Siamo qui oggi proprio per muoverci in questa direzione, lavorando con i protagonisti del mondo delle istituzioni e delle aziende in questo senso.”

Flaviano Celaschi, coordinatore dell’Advanced Design Unit – Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna dettaglia “La consapevolezza e la conoscenza sono alla base di un sentimento di corresponsabilità e partecipazione che è possibile attivare nella cittadinanza, tutti temi fondamentali per la chiusura del cerchio. Se riusciremo a trattare il packaging con l'importanza adeguata, potrà ritornare ad essere una fantastica chance della società post-industriale e potrà far pace con l'Antropocene. Per questo il packaging non è solo un tema con problematiche che cercano risposte dal settore industriale, chimico, grafico-comunicativo, di processo e logistica delle merci, ma è anche e soprattutto un problema legato ai nostri comportamenti, e deve diventare una opportunità collettiva”.

Matteo Locatelli, Vicepresidente di Cosmetica Italia conclude “Per la cosmesi, essere un’industria che fa bene al Paese è un progetto ambizioso che richiede costante lavoro sotto numerosi aspetti. Significa fornire alle persone prodotti sicuri ed efficaci che possano accompagnarle nei gesti quotidiani dedicati al benessere, all’igiene, alla prevenzione e alla cura di sé. Significa contribuire all’economia nazionale e offrire posti di lavoro a risorse preparate e qualificate. Significa preoccuparsi dello stato di salute dell’ambiente che ci circonda, così come della società in cui viviamo, con iniziative nel campo della sostenibilità e della corporate social responsibility. L’intera filiera cosmetica è inevitabilmente coinvolta, in ogni suo singolo ingranaggio, nella sfida verso la sostenibilità. Gli attori del comparto, infatti, non limitano più le pratiche dell’attenzione all’ambiente a un singolo fattore o a una specifica linea di prodotto, ma stanno sempre più permeando tutte le fasi del ciclo di vita del cosmetico, dalla progettazione al packaging, dalla formula alla distribuzione, fino allo smaltimento finale. In questo scenario, non resta secondaria la valorizzazione di queste qualità nelle azioni di comunicazione delle imprese. Anzi, sempre più l’attenzione verso il consumatore si traduce in una informazione corretta, le cui dichiarazioni siano sostenute da prove adeguate e verificabili. In questo contesto le parole credibilità e sostenibilità restano indivisibili: è questo l’intento di una industria responsabile ed evoluta”.

       
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