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Green Retail  - Clausola sociale nelle gare pubbliche: le preoccupazioni di Assocontact
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Norme & Convenzioni A cura di: Fabrizio Vallari

Clausola sociale nelle gare pubbliche: le preoccupazioni di Assocontact

L'Associazione Nazionale dei Business Process Outsourcer è una realtà assocativa volta a favorire la promozione e lo sviluppo del settore professionale dei contact center per la fornitura di servizi a terzi.

Assocontact, l’Associazione Nazionale dei Business Process Outsourcer, raccoglie i segnali di preoccupazione giunti dalle sue associate, dai sindacati e dai lavoratori in merito al tema dell’applicazione distorta della clausola sociale in gare pubbliche già aggiudicate o in fase di aggiudicazione. Un fenomeno che si sta diffondendo in modo allarmante e che denota tutti i limiti di una legislazione ancora lacunosa per il settore dei Contact Center.

Sempre più aziende, infatti, hanno imparato la “lezione INPS SERVIZI”: subentrare in una commessa senza mantenere le condizioni economiche precedenti. Già al tempo, Assocontact aveva messo in guardia sul rischio che l’operazione di internalizzazione effettuata dal colosso della pubblica amministrazione italiana potesse diventare un pericoloso precedente, e così è stato.

Molte aziende, sfruttando la possibilità offerta da piattaforme contrattuali eterogenee rispetto al contratto leader e forzando oltre misura lo strumento dello smart working, si stanno sottraendo alle tutele garantite dalla clausola sociale (territorialità e continuità delle condizioni economiche) e dalle tabelle ministeriali, senza però infrangere alcuna legge.

Poche settimane fa il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon, intervenendo ad un evento Assocontact aveva attirato l’attenzione sul tema: “Il governo può e deve impegnarsi per il rispetto delle Tabelle Ministeriali nelle gare pubbliche, ricorrendo per esempio al codice degli appalti o al fondo per i contratti pubblici. Nel libero mercato invece si deve limitare a fare della moral suasion. Che attenzione, non è inutile. Se per esempio si collegasse alla Certificazione delle Competenze l’istituzione di un Registro dei Professionisti, una sorta di albo per capirci, e si aggiungesse una certificazione specifica per le aziende di BPO, allora potremmo chiedere ai Committenti di preferire fornitori certificati e con personale certificato, anche stabilendo delle premialità per chi dispone di tali certificazioni; ecco che le cose potrebbero cominciare a cambiare. Decisamente in meglio”.

Assocontact, dopo aver ricevuto il via libera del Garante della Privacy al Codice di Condotta è già al lavoro sulla Certificazione delle Competenze e confida nella sensibilità manifestata dal nuovo Governo e sulla sua capacità di porre mano a leggi e istituti che possano, finalmente, dare un quadro di regole certe e chiare.

L’impegno di Assocontact e delle sue associate da anni va infatti in una direzione chiara e univoca: investire in formazione, in diritti dei cittadini e dei lavoratori, in qualità del servizio per aumentare il valore del proprio lavoro e ottenere adeguata remunerazione da parte dei Committenti, spezzando il ricorso al massimo ribasso e alla competizione basata solo sui prezzi.

       
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